Prolasso pelvico, anteriore, medio e posteriore

Le alterazioni anatomo-funzionali del pavimento pelvico interessano prevalentemente le donne, con un’incidenza che aumenta progressivamente col progredire dell’età fino a raggiungere e superare il 40% della popolazione femminile oltre i 65 anni di età. Dati epidemiologici stimano che nel mondo le donne affette siano oltre 400 milioni (di cui 4 milioni circa in Italia), con un’ampia variabilità dei dati ad oggi disponibili a causa della difformità nell’inquadramento clinico-diagnostico. 1) disturbi della minzione (ritenzione e incontinenza urinaria);

2) disturbi da dislocazione ed ingombro (prolasso utero-vaginale e rettale);

3) disturbi della defecazione (stipsi e incontinenza fecale).

 

Il pavimento pelvico corrisponde alla zona genito-urinaria-anale ed è costituito

da tessuto muscolare e connettivale.

 

Partecipa alle funzioni urinaria, fecale, sessuale, riproduttiva, della statica pelvica, biomeccanica del cingolo pelvico. I sintomi causati dalla disfunzione del pavimento pelvico modificano spesso la qualità di vita di chi ne è afflitto, peggiorando notevolmente più aspetti della vita quotidiana.

 Anatomia del pavimento pelvico

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Il pavimento pelvico rappresenta la chiusura inferiore del bacino e corrisponde all’area genito-urinaria anale. In tale zona al di sotto di pelle e mucose, è presente tessuto muscolare, così come nella restante parte del corpo umano.

Il pavimento pelvico è costituito oltre che di muscoli, organizzati in tre diversi strati più o meno profondi nel bacino, anche da tessuto connettivo (legamenti e fascie).

    

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I visceri pelvici (vescica e uretra, utero e canale vaginale nella donna, retto e canale anale) sono poggiati sui muscoli e sul connettivo che comp ongono il pavimento pelvico, che può essere pertanto paragonato ad un’amaca.

 

 

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Inoltre uretra e canale anale nella loro parte finale “attraversano” il pavimento pelvico, che determina quindi intorno ad essi fibre muscolari ad andamento circolare, cioè gli sfinteri, rispettivamente uretrale e anale. 
Anche il canale vaginale nella sua parte finale è circondato ad anello dalle fibre del pavimento pelvico. 
Il pavimento pelvico si estende dal pube (in avanti) al coccige e al sacro (all'indietro), mentre lateralmente si attacca in parte direttamente alle ossa del bacino, in parte si inserisce su altri muscoli o strutture connettive. 
Da questi punti di origine, quasi tutte le fibre muscolari prendono contatto con una grossa formazione tendinea facilmente individuabile dall'esterno, situata tra l'ano e la vagina nella donna e tra l'ano e la base del pene nell'uomo, chiamata centro tendineo del perineo.

  

  

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Il prolasso degli organi pelvici consiste nella discesa verso il basso di uno o più organi della pelvi. A seconda dell’organo disceso, il prolasso viene chiamato cistocele (vescica), isterocele (utero), rettocele (retto), enterocele (anse intestinali). Il prolasso degli organi pelvici è un patologia tipicamente femminile. 
I sintomi avvertiti dalla paziente sono: senso di protrusione vaginale (la paziente percepisce al tatto una “pallina” che protrude dal canale vaginale verso l’esterno), senso di peso in zona genito-anale e/o al basso ventre; questi sintomi possono accentuarsi nelle ore serali e in occasione di lavori pesanti. Talvolta può essere presente difficoltà alla defecazione (la paziente percepisce il bisogno di defecare, ma non riesce ad espellere le feci in modo soddisfacente).

Le cause del prolasso sono identificabili in alcuni fattori di rischio: gravidanza e parto, sovrappeso, sport ad alto impatto, stipsi, tosse e starnuti frequenti. Il coinvolgimento del pavimento pelvico riguarda sia la porzione muscolare di sostegno, spesso ipovalida, sia la porzione connettivale di sospensione, il cui danno determina lo spostamento verso il basso del viscere prolassato.

 

Disturbi del comparto anteriore


Essi vengono distinti in disturbi della fase di riempimento vescicale, della fase di svuotamento vescicale e della fase post-minzione.

 

Disturbi della fase di riempimento

 
Incontinenza urinaria, che viene definita come la perdita involontaria di urina. Ne soffrono in Italia circa 3 milioni di individui, per la maggior parte donne. Vengono distinte tre forme:

 

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  1. l’incontinenza urinaria da sforzo o da stress, che si verifica durante uno sforzo intenso come tossire, starnutire, soffiarsi il naso, sollevare un peso, oppure lieve, come camminare o fare le scale. E’ tipica dei soggetti di sesso femminile e si presenta frequentemente nel periodo post partum e nella menopausa.
  2. l'incontinenza urinaria da urgenza, presente in concomitanza di un impellente ed improcrastinabile bisogno di mingere e tale da impedire al soggetto di raggiungere la toilette in tempo utile.
  3. l’incontinenza urinaria mista, dove sono presenti i sintomi di entrambe le forme

 Appartengono ai disturbi della fase di svuotamento anche l’urgenza urinaria (improvviso irresistibile desiderio di urinare, difficile da procrastinare), l’aumento della frequenza urinaria,“pollachiuria”, è riferita dal paziente come lo svuotamento minzionale quotidiano troppo frequente (frequenza normale è al massimo di 7), la nicturia (necessità di svegliarsi una o più volte durante la notte per mingere).

 Disturbi della fase di svuotamento

Sono collegati alle difficoltà riferite dal soggetto nel momento della minzione: quando è difficile iniziarla, oppure il manifestarsi di flusso urinario debole e/o intermittente durante tale momento od infine la necessità di utilizzare la forza dell’addome per spingere fuori l’urina.

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Disturbi post minzionali

  I disturbi che si verificano dopo la minzione sono : il senso di incompleto svuotamento vescicale ed il gocciolamento post minzionale (perdita involontaria di urina immediatamente successiva al termine della minzione, solitamente dopo aver lasciato la toilette).

  Disturbi del comparto medio

 

Disfunzioni sessuali


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Le disfunzioni sessuali colpiscono entrambi i sessi e consistono nella difficoltà o impossibilità ad avere rapporti sessuali, nella mancata soddisfazione durante questi e/o nel dolore che ad essi si può accompagnare.

Il pavimento pelvico può essere causa o conseguenza di queste, oppure essere uno degli elementi che mantiene questa complessa disfunzione inquanto i muscoli del pavimento pelvico sono coinvolti nella penetrazione vaginale, nella fase dell’orgasmo e nel meccanismo di erezione e di eiaculazione.

   

Disturbi del comparto posteriore

 

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Incontinenza ai gas e/o alle feci

E' la perdita involontaria di gas e/o feci solide o liquide. 

E’ un sintomo altamente invalidante per la qualità di vita ed è probabilmente più frequente di quanto si possa ipotizzare

 

  

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Disturbo della defecazione caratterizzato da prolungato ponzamento, sensazione di incompleta evacuazione e necessita di ricorrere a digitazioni o clisteri per evacuare.

In Italia ne è affetta circa 1 donna su 4-5 sopra i 40 anni. 
E’ considerato normale un numero di evacuazioni comprese tra 2 al giorno e 2 alla settimana. 
La stipsi può dipendere da una ridotta capacità contrattile dell’intestino e/o dalla presenza di un ostruzione meccanica o funzionale.
L’ostruzione meccanica solitamente è legata alla presenza di un prolasso rettale interno od esterno, di un rettocele anteriore e/o dall’invaginazione del retto in se stesso (intussuscezione retto-rettale). 
L’ostruzione funzionale è legata al mancato od incompleto rilasciamento dei muscoli della continenza in presenza di una dissinergia muscolare del pavimento pelvico o del fascio pubo-rettale che circonda e chiude il canale anale.


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Malattia emorroidaria

 La malattia emorroidaria caratterizzata da sanguinamento, bruciore, dolore, gonfiore a livello del canale anale è sostenuta quasi sempre oltre che dalla dilatazione dei vasi venosi che compongono il plesso emorroidario anche dalla presenza di un prolasso della mucosa o talvolta di tutta la parete del retto.